Superato l’ingresso principale della Villa, a destra si apre lo scalone d’onore sulla cui parete di fondo
colpisce, per dimensione e qualità pittorica, l’affresco raffigurante il Ratto d’Europa (Ignoto Lombardo) commissionato dalla famiglia dei Bossi di Cassano Magnago, come documenta il cartiglio posto a guisa di chiave di volta nella cornice dipinta a trompe d’oeil, che riferisce il dipinto essere stato eseguito nel 1689 epoca in cui la proprietà della Villa era registrata a nome di quella famiglia.
A conferma giunge lo stesso tema iconografico, chiara evidenza la presenza del bianco e maestoso toro (nel racconto mitologico infatti Giove, per conquistare la fanciulla, si trasforma in un toro di niveo candore), il medesimo animale assunto dai nobili Bossi di Milano, Varese e Como a simbolo del loro casato, verosimilmente per la comune radice latina di bos:bue.
Il mito esalta la supremazia di Giove su Europa e in senso traslato dunque il primato dei Bossi. Analogamente a quanto accade anche in altri palazzi e ville suburbane in cui veniva frequentemente rappresentata l’apoteosi del capostipite della casata o comunque di uno dei suoi esponenti più significativi, Gaspare Bossi intende qui celebrare la sua origine familiare ponendola in parallelo con quella divina dell’animale raffigurato.
Secondo quanto narrato da Ovidio (Metamorfosi II, 833-875) Giove invaghitosi della figlia del re della Fenicia Agenore, sorpresa la fanciulla sulla spiaggia di Sidone intenta a giocare, per adescarla, si trasformò in un candido toro di meravigliosa bellezza e docilità e si accucciò ai suoi piedi.
Vinta l’iniziale diffidenza, Europa prese ad accarezzare l’animale adornando le sue corna con ghirlande di fiori sino a salirgli in groppa. In quello stesso istante il toro si lanciò verso il mare conducendo la fanciulla nell’isola di Creta.
(tratto dal CD “I restauri di Villa Oliva” dell’arch.Cinzia Robbiati e altri)